mercoledì 28 aprile 2010

Il Podologo dello Sport

Un’intensa attività sportiva influisce sullo stato di salute di articolazioni, ossa, muscoli e derma con effetti che incidono molto di più, ovviamente, rispetto a quelli che possono essere provocati su questi apparati da una vita sedentaria. La medicina dello sport in generale si occupa di prevenire e intervenire su patologie che possono essere causate dall’attività sportiva.

Fra gli specialisti che si occupano di questo particolare settore c’è anche il podologo dello sport. La scuola di specializzazione in podologia dello sport si trova presso l’università di Parigi Bobigny. Studiando una determinata attività sportiva, i movimenti che porta a compiere e l’influenza che ha sulle parti del corpo interessate, è possibile realizzare ortesi plantari preventive, e questo è fondamentale per la salute dell’atleta.

Inoltre il podologo dello sport segue lo sportivo durante tutta la sua attività, sia in fase di preparazione alla competizione, sia durante se si rendono necessari interventi urgenti, sia dopo, per curare eventuali disturbi che si sono manifestati durante la gara.

ESAME STABILOMETRICO

La stabilometria clinica è utilizzata per analizzare le oscillazioni del paziente in ortostatismo ed analizzare le strategie utilizzate dallo stesso per mantenere tale posizione (piedi a talloni ravvicinati, con angolo a 30°). Nell’ambito patologico questa indagine contribuisce: alla diagnosi dei disturbi dell’equilibrio (vestibolopatie periferiche o centrali, disturbi cerebellari, lesioni corticali, disturbi dell’apparato visivo, malattie osteo-muscolari); al monitoraggio delle terapie riabilitative e farmacologiche (come indagine non invasiva indicata per valutare l’influenza di alcuni farmaci con target sul SNC) ; alla valutazione medico-legale per stabilire l’effettiva autenticità di disturbi riferibili a colpi di frusta cervicali o ad altre cause.

L’analisi stabilometrica è anche valido mezzo di controllo nella terapia delle patologie che causano instabilità, indicando con estrema precisione alcuni fattori causali, come ad esempio la non corretta chiusura delle arcate dentali nelle cefalee muscolo-tensive e nei mal di schiena. L’esame è effettuato ad Occhi Aperti (OA) ed ad Occhi Chiusi (OC) mantenendo la posizione per 51,2 secondi in ciascuna delle due prove. E’ possibile inoltre effettuare dei test aggiuntivi in appoggio monopodalico (5 sec. OA ed OC). L’esame è effettuato anche a capo retroflesso per individuare problematiche di interferenza cervicale.

A seguito dell’esame bipodalico è misurata la posizione media del centro di gravità del corpo (circa 1 centimetro quadrato) e dei suoi piccoli movimenti attorno a tale punto, poiché lo stare in piedi immobile, richiede un lavoro di controllo delle oscillazioni entro limiti precisi e calcolabili. I valori hanno standard internazionali con indicatori specifici (I.B.P. Indice Bio Posturale®), riferiti a soggetti normali, sono di sussidio per una più agevole interpretazione dei dati. La variazione della posizione della proiezione del CdP (centro di pressione), che forma il cosiddetto “gomitolo dell’oscillazione”, è visualizzata in tempo reale.


L’ESAME BAROPODOMETRICO

Il baropodometro elettronico è un'apparecchiatura che permette di rilevare e visualizzare le pressioni plantari sia in statica che in dinamica. L’esame baropodometrico consente di individuare i punti di ipercarico e di ipocarico e di capire come i piedi trasmettono a terra i carichi dell'individuo che si sta esaminando. Il test può essere eseguito anche in movimento dando l'opportunità di verificare cosa succede camminando e come si sposta il peso del soggetto sui piedi.

L’esame baropodometrico è indicato sia per il bambino (piede piatto,cavo, ginocchio valgo, scoliosi), che per l'adulto con problemi di appoggio (metatarsalgie, talloniti, spina calcaneare) con problemi posturali ( mal di schiena, cervicalgie, coxalgie, pubalgie, vertigini , ecc.)oltre che in diabetici con problemi vascolari e negli sportivi ove i disturbi da sovraccarico sono molto frequenti. Il podologo dopo l’esame, elaborerà il plantare più idone rispetto al problema che si sta trattando, tenendo conto dell'età del soggetto, del peso, al tipo di sport che pratica, al tipo di attività giornaliera e naturalmente al tipo di dolore che il soggetto riferisce.

Salute dei piedi: le regole per non trascurarla

Si sottovaluta sempre di più l’importanza di curare i piedi e di utilizzare scarpe adeguate durante la giornata. È quanto viene fuori dal XXIII Congresso Nazionale di Podologia, che ha riunito podologi e medici generici per discutere sull’importanza della cura dei piedi. Il problema è forse sottovalutato ma, spiegano gli esperti, usi ed abusi di scarpe e calze non adatte possono provocare danni che vanno oltre la vescica o un temporaneo dolore.

Ecco quindi le regole d’oro per rispettare e curare la salute delle nostre ‘care estremità’: prima di tutto è necessario utilizzare scarpe che si adattano perfettamente al piede e non sottovalutare l’importanza di usare una calzatura che sia di buona qualità; per comprare la scarpa ideale è preferibile scegliere il pomeriggio inoltrato, quando il piede è affaticato e gonfio; altra regola di base è quella di evitare calzature strette e, nel caso in cui lo siano, evitare di stringerle troppo. Le altre preziose raccomandazioni riguardano, invece, la cura del piede: evitare di improvvisarsi medico e curare le callosità con metodi fai-da-te, non tagliare le unghie troppo corte e in obliquo e curare l’igiene quotidiana con un sapone neutro.

Per gli anziani, ma non solo, il consiglio è quello di camminare molto e di osservare quotidianamente lo stato di salute del piede sottoponendosi, periodicamente, a una visita podologica.
Sembrano regole ovvie, ma troppo spesso sottovalutate, con il risultato di dover fare i conti con disturbi fastidiosi: dolori e vesciche sono procurati dall’utilizzo continuo di scarpe scomode, dai tacchi vertiginosi o troppo bassi. In medio stat virus… e infatti bisognerebbe evitare di usare tutto il giorno scarpe alte, che obbligano il piede ad una postura innaturale, ma è anche sbagliato usare sempre scarpe da ginnastica che opprimono il piede e favoriscono la proliferazione di batteri.

Vesciche, calli e dolori sono, però, solo ‘il male minore’. Durante il Congresso hanno tenuto banco anche problemi molto seri: le amputazioni degli arti inferiori, ad esempio, sempre più diffuse soprattutto tra i pazienti più anziani e malati di diabete che si trascurano fino ad arrivare a situazioni-limite.

La disinformazione e la disattenzione dei genitori sono, invece, la causa dei problemi tra i più piccoli. Molto spesso i genitori permettono ai bambini di camminare a piedi nudi per casa, pensando di lasciare il bambino in totale libertà. Niente di più sbagliato: camminare a piedi nudi è consigliato solo sulla sabbia o sui prati; per il resto è preferibile utilizzare sempre e comunque scarpe comode, che permettano al bambino di muoversi in libertà ma senza rischi.

IL PIEDE CAVO

Il piede cavo è una deformità caratterizzata da una esagerata concavità dell’arcata plantare, conseguente prominenza dorsale e da un atteggiamento a griffe delle dita.

Si viene a creare così una torsione del piede astragalico sul piede calcaneare e conseguente varismo del retropiede.
E’una patologia molto diffusa, più del piede piatto; predilige il sesso femminile nel quale può manifestarsi anche precocemente.

Rispetto al piede piatto esistono numerose forme dove non sempre ricopre un ruolo fondamentale la torsione dell’elica podalica, anzi, il piede cavo-varo per definizione è piuttosto raro rispetto alle altre varianti.

IL PIEDE PIATTO

E’ un piede caratterizzato dall’appiattimento della volta plantare normalmente formata dalla forma e dal reciproco incastro delle ossa del piede, dalla maturità del tessuto connettivo costituente capsule e legamenti, e dal perfetto funzionamento di una serie di muscoli chiamati “ muscoli cavizzanti”.
Quando il bambino inizia a camminare, l’immaturita’ del tessuto connettivo e lo scarso sviluppo dei muscoli permettono un ampia escursione dei movimenti ammortizzanti del piede, con l’appiattimento della volta ad ogni passo.
Questo fenomeno iniziale non e’ un fenomeno di insufficienza ma un importante elemento di apprendimento.
La volta che si appiattisce permette infatti di toccare o di sfiorare il suolo ad una serie di elementi riflessogeni posti nella pianta del nostro piede, i quali inviano informazioni cosiddette propriocettive ai centri nervosi che a loro volta azionano per via riflessa spinale i muscoli deputati alla creazione e al mantenimento della volta informandoli della quantita’ e della forma che ad essa devono conferire.

Quando per cause ancora non perfettamente note si verifica un rallentamento o un inceppamento di questi meccanismi, per cui la volta plantare tarda ad assumere la sua forma e dimensione normale o non si forma affatto, ci troviamo allora di fronte ad un piede piatto.Il cardine di tale deformita’ è a livello del retropiede, costituito da due ossa calcagno e astragalo a contatto tra di loro per mezzo di un’articolazione chiamata sottoastragalica.

L’immaturita’ e la lassita’ dei legamenti fanno infatti si che l’astragalo, l’osso che raccorda tutto il piede allo scheletro della gamba, normalmente posto sopra al calcagno, scivoli verso il basso, in avanti e internamente, trascinando con se tutte le ossa ad esso connesse anteriormente, costringendo il calcagno a ruotare.

Questo movimento di rotazione interna del retropiede prende nome di pronazione.

La conseguenza clinica e’ la classica forma del tallone che risulta deviato verso l’interno , con l’asse della gamba a livello del malleolo tibiale debordante internamente fuori dalla zona di appoggio del piede.


La pronazione del retropiede ha ripercussioni anche sull’ avampiede.

La caduta dell’astragalo schiaccia infatti la testa del primo metatarso contro il pavimento, facendolo sollevare per reazione con il suolo, provocando una deformazione in extrarotazione di tutto l’avampiede che prende nome di supinazione.
La rotazione interna( pronazione) del retropiede e la successiva rotazione esterna (supinazione) dell’avampiede provocano un movimento elicoidale nel piede con la scomparsa della volta e la caratteristica caduta dell’arco longitudinale interno.

Trattamento conservativo nel piede piatto del bambino

Consiste in piccole regole di vita quotidiana suggerite dal medico ai genitori, ma soprattutto nella prescrizione di plantari specifici.
E’ fondamentale l’utilizzo del plantare corretto, prescritto da un ortopedico o da un podologo, frutto di un ragionamento biomeccanico preciso che dia inizio a un progetto terapeutico da seguire nel tempo adatto al caso specifico. Troppo spesso osserviamo bambini che indossano ortesi non idonee che addirittura ostacolano la correzione spontanea del piede.
Come abbiamo spiegato precedentemente il piede piatto e’ generato dal movimento anomalo di rotazione interna del retropiede costituito dal calcagno e dall’astragalo, al quale segue per reazione con il suolo la rotazione esterna dell’avampiede con il sollevamento del primo metatarso.
Scopo fondamentale del plantare sara’ quindi di correggere la pronazione del retropiede, sollevando e spingendo verso l’alto l’astragalo, e di permettere all’avampiede di ruotare internamente. Allo stesso tempo verranno stimolati alcuni muscoli plantari deputati al mantenimento della volta.

Ortesi Plantari

L’ortesi plantare è un dispositivo medico realizzato interamente su misura, su calco diretto del piede o impronta foto-podografica, che , in generale, deve rispondere a più necessità: da un lato deve correggere o compensare una problematica e dall’altra essere ben tollerata dal paziente risultando perciò leggera e soprattutto capace di migliorare la qualità della deambulazione.

Il plantare servirà fondamentalmente a :
Ottenere un’adeguata redistribuzione dei carichi e della forze che agiscono sul piede;
Scaricare alcuni distretti podalici dolenti
I materiali impiegati per la costruzione, vengono scelti tenendo conto dell' utilizzo e della patologia, per aver il miglior risultato funzionale e massimo comfort.
L’ortesi plantare verrà elaborata solo dopo un attento esame clinico del piede . Il podologo si avvarrà anche di alcuni esami diagnostici indispensabili quali per esempio l’esame baropodometrico elettronico e l’esame al podoscopio.

Il fabbricante o il responsabile dell'immissione in commercio di dispositivi su misura deve essere registrato presso Ministero della Salute come fabbricante di presidi medici su misura legittimamente operante in Italia presso il Dipartimento dell'innovazione Direzione Generale del farmaco e dei dispositivi medici, ai sensi del comma 6 bis, dell'art. 11 DLGS febbraio 1998, n.95.

Ortesi in Silicone

Le ortesi al silicone sono un presidio medico confezionato ad personam il quale scopo è quello di scaricare zone di conflitto dorsali, interdigitali, plantari o correggere le deviazioni assiali delle le dita del piede. Sono realizzate direttamente sul piede con dei materiali confortevoli dando sia sollievo alle ipercheratosi e ai tilomi dolenti (calli, duroni, occhi di pernice), sia una migliore postura podalica dato il corretto riposizionamento delle dita trattate. Attraverso le ortesi si ottiene quindi la remissione del dolore e allo stesso tempo un miglioramento della funzionalità di tutto il piede. L’ortesi in silicone verrà elaborata solo dopo un attento esame clinico